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Una vera malattia sociale.
Delle circa trecentomila coppie che in Italia si uniscono ogni anno in matrimonio, ben 60-80 mila hanno problemi di infertilità tale da essere quest’ultima considerata ormai una vera e propria malattia sociale.

Un dato certo è quello secondo cui nella metà circa delle coppie infertili la responsabilità è del maschio.

Negli ultimi cinquant’anni il volume medio del liquido seminale è passato da 3,40 a 2,75 millilitri con una concentrazione di spermatozoi a dire poco dimezzata in quanto da 113 milioni/millilitro del 1940 si è raggiunto ad oggi una concentrazione di 66 milioni.

I fattori responsabili di questa diminuita fertilità si identificano con cause genetiche, neuroendocrine, urogenitali, danni testicolari la cui frequenza rispetto agli anni precedenti si è per fortuna ridotta grazie alla prevenzione.

Sono intanto però subentrati fattori sociali ed ambientali a complicare le cose ed infatti i mutamenti economici e culturali, il diffondersi delle metodiche contraccettive, lo spostamento in avanti dell’età del matrimonio, la comparsa di sostanze tossiche nella catena alimentare, l’uso sconsiderato di anticrittogamici e pesticidi, l’alterazione del ritmo sonno-veglia, l’alcool, il fumo e le droghe, tutto ha contribuito alla ridotta qualità di questo povero seme maschile.