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Quando la prostata ingrossa.
L’ipertrofia prostatica, caratterizzata dalla comparsa di un adenoma ovvero di un tumore benigno che si forma attorno all’uretra, può avere inizio verso i quarant’anni per poi attraverso uno sviluppo lento ma progressivo, dare una sintomatologia ben netta dopo i cinquanta.

Si calcola che nelle popolazioni occidentali l’ipertrofia prostatica benigna colpisca dal 50 al 75% dei maschi al di sopra dei cinquant’anni.

I fattori che favoriscono l’instaurarsi di questa patologia sono ambientali, genetici, nutrizionali e in particolar modo ormonali.

Gli ormoni testicolari infatti sono determinanti per lo sviluppo della ipertrofia prostatica che viene pertanto considerata al pari del cancro della prostata una patologia ormono-dipendente.

In Russia esisterebbe una setta i cui membri si sottopongono ad asportazione dei testicoli prima dei trentacinque anni: nessuno degli appartenenti alla setta ha mai mostrato negli anni successivi la comparsa di ipertrofia prostatica.

I sintomi di quest’ultimi sono caratteristici in quanto il paziente è costretto ad urinare più volte soprattutto durante la notte, l’emissione dell’urina avviene sotto sforzo con un getto debole e intermittente fino alla comparsa nei casi più gravi di ristagno o addirittura di ritenzione acuta d’urina.

Una volta diagnosticata attraverso accurati esami clinici, laboratoristici e strumentali si passa alla terapia che sarà di tipo chirurgico nei casi di ipertrofia prostatica benigna avanzata in cui è presente una ostruzione meccanica del flusso urinario e di tipo farmacologico nei casi meno gravi o quando l’intervento chirurgico non è praticabile o è controindicato.